26 Marzo 2020
Giù il prezzo del latte, su i costi del mangime: “C’è chi specula sul Coronavirus” – VIDEO

Latte pagato meno agli allevatori nonostante l’aumento dei consumi allo scaffale. Per questo la Coldiretti ha allertato tutta la rete organizzativa a livello nazionale, con gli uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle, attivando una casella di posta sos.speculatoricoronavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni, sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni. Un modo per monitorare e informare le Istituzioni e gli organi di controllo sugli attacchi speculativi contro le stalle. “Nella nostra provincia – dicono da Coldiretti PU - abbiamo segnalazioni di allevatori che si sono visti decurtare – da 40 a 35 centesimi – la quota al litro per il conferimento del latte bovino, mentre abbiamo notizia di riduzioni (ancora non quantificate) anche per il latte ovino, attualmente pagato circa 90 centesimi al litro”. E questo nonostante i consumi di latte e formaggio siano aumentati: Coldiretti su dati Iri ha calcolato un +59% di latte Uht e circa il 30% in più per i formaggi. Di contro, è stato segnalato l’incremento dei costi per le materie prime per l’alimentazione del bestiame come soia, orzo e mais, dovuti a difficoltà di approvvigionamento da parte dei grossisti, ma forse anche in questo caso dietro gli aumenti si nascondono fenomeni speculativi. “Chiediamo prioritariamente di conoscere tutti i quantitativi di latte estero che entrano nella nostra provincia e i nominativi delle aziende che importano tale latte e vigileremo con la massima attenzione tutte le dinamiche in atto nel settore lattiero caseario, denunciando tutti i tentativi di speculazione – attaccano Tommaso Di Sante e Paolo De Cesare, presidente e direttore di Coldiretti Pesaro Urbino - chiediamo anche l’esclusione dei responsabili da qualsiasi forma di indennizzo che il Governo metterà in campo per affrontare l’emergenza Coronavirus: in gioco c’è il futuro di un settore che nella nostra provincia conta oltre 130 realtà tra allevamenti bovini e ovicaprini. Infine, invitiamo ancora una volta i cittadini ad aderire alla campagna #mangiaitaliano per salvare la reputazione del Made in Italy e per difendere il territorio, l’economia e il lavoro”.

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